mercoledì 31 ottobre 2018

leoni da tastiera


Egregio Signor Prefetto di Siracusa,

Egregio Signor Procuratore della Repubblica di Siracusa

Egregia Signora Sindaco di Augusta





sono un cittadino residente ad  Augusta.

Ho deciso di scrivervi questa lettera “per mettervi a conoscenza” della gravissima situazione di disagio vissuta  ormai da diverso tempo non solo a livello personale, ma anche condivisa da gran parte (se non di tutta) della popolazione di Augusta ed anche dei paesi limitrofi già elencati dal Ministero dell’Ambiente nel decreto del 30 novembre 1990, le cui disposizioni, in merito alla tutela della salute e al rispetto ed alla salvaguardia dell’ambiente, ritengo, che siano state largamente e palesemente disattese, quasi in aperto disprezzo di ogni normativa non solo legale, ma, soprattutto, etica.

Ormai, ripetutamente, da tanti anni, ad ogni ora del giorno e della notte, sia che stiamo fuori di casa sia che si tengano sbarrati – anche d’estate – gli infissi delle nostre abitazioni, avvertiamo distintamente i “cattivi odori” che provengono dal vicino ed esteso polo petrolchimico.

Avarie continue (accidentali o meno), fuoriservizi ripetuti, effetti e conseguenze imprescindibili legati alla manutenzione degli impianti, denunciati e giustificati spesso per ovvii motivi di sicurezza solo a voi, ma non a noi cittadini, ed altre spiegazioni più o meno credibili o condivisibili stanno pesantemente turbando, da decenni, la vita di intere comunità.

Da molto tempo non viviamo più in quella condizione di serenità e sicurezza che l’applicazione delle leggi dello stato dovrebbe consentire, così come vediamo crescere ancor di più l’altissima incidenza di particolari patologie, che stanno facendo soffrire e, purtroppo, morire tanti abitanti del luogo.   

Ometto di parlare nel dettaglio delle altre situazioni che creano altro grave disagio alla popolazione (smaltimento rifiuti, mancate bonifiche, discariche, inquinamento marino, mancanza di depuratori, ecc) perché sono sotto gli occhi di tutti, anche i vostri.

La questione della tutela della salute nel nostro cosiddetto “quadrilatero”, già oggetto a vari livelli di numerosi e qualificati studi scientifici, è certamente nota da tempo anche a voi Istituzioni a cui è indirizzata la presente missiva.

Ne sono prova certamente le tantissime segnalazioni alle Istituzioni di cui siete a capo, fatte in questi anni, mediante manifestazioni, esposti, telefonate, e-mail e l’uso del web ogni qual volta la situazione diventi insostenibile.

Noi adulti, in qualche modo, riusciamo a fatica a gestire questa emergenza continua, ma come possiamo spiegare e far capire ai più piccoli la gravità della situazione? Ma soprattutto come possiamo proteggerli dall’inquinamento e dalle sue subdole conseguenze?

Alla luce di quanto si discute in merito a queste vicende come tra amici o come avviene in qualche pubblica sala in occasionali, ma, spesso inutili pseudo-convegni tenuti da probabili asserviti relatori, convegni che si riveleranno nel tempo scaltre passerelle di esponenti politici, sindacali o amministratori, è ancora accettabile l’idea che questa grave situazione sia diventata tecnicamente ingestibile e, forse, anche irreversibile? Oppure tutto questo farebbe parte di un piano preciso e preordinato mirante a tutelare i soli interessi economici delle aziende, magari agitando sulla popolazione la minaccia della chiusura del petrolchimico e sugli operai lo spettro del ricatto occupazionale?

Esiste in uno stato veramente democratico il diritto alla interlocuzione tra cittadini ed istituzioni? Esiste il diritto ad informare ed essere informati (correttamente)? I cittadini hanno diritto ad avere una risposta alle loro istanze legittimamente e pacificamente avanzate? Oppure la trasparenza in questi casi è un optional, anziché un dovere?

In talune situazioni, in altre parti d’Italia, paradossalmente, sono bastate poche firme su una petizione o solo qualche articolo sulla stampa locale per smuovere le istituzioni e ri-ottenere i diritti negati.

In questi anni abbiamo inviato ai vostri indirizzi petizioni con migliaia di firme, migliaia di e-mail, vi abbiamo tempestato di telefonate, anche di notte quando tutti gli uffici delle vostre Istituzioni era chiusi; eravamo chiusi anche noi nelle nostre abitazioni eppure abbiamo continuato a sentire i miasmi del petrolchimico e ci siamo svegliati nel sentire bambini che piangevano accusando disturbi alle vie respiratorie, mentre a noi adulti bruciavano gli occhi e la gola: erano invece aperti nelle stesse ore gli scarichi in atmosfera dell’industria, ma alle nostre richieste, molto spesso, ci siamo sentiti rispondere che a quell’ora gli uffici competenti erano chiusi o non c’erano tecnici o forze dell’ordine disponibili o pronti a verificare quanto stesse accadendo per intervenire a individuare i colpevoli.

Potrebbe sembrare una battuta ironica: il progresso è “inarrestabile”. Forse il “vero progresso”, sì, ma chi  spaccia per progresso la libertà di inquinare impunemente, no.

Purtroppo, la storia di questa nostra provincia, nel passato, ha annoverato “processi fantasma” ed è recentemente balzata agli onori della cronaca nazionale con il cosiddetto “sistema Siracusa”, mentre l’inquinamento, purtroppo,  era reale ed ha colpito duramente in maniera eclatante, senza fare distinzione di età, condizione sociale, politica, ecc.

Care Istituzioni, quando riuscirete a dare “risposte vere e libere” alle pressanti richieste dei cittadini che chiedono solo sicurezza e serenità? Oppure continuerete a rimanere irraggiungibili e nascondervi dietro le vostre scrivanie davanti alle quali solitamente passano i rappresentanti dei poteri forti, i furbi e i potenti?

Desideriamo, in forza del diritto-dovere all’interlocuzione, anche noi essere presenti davanti ai vostri tavoli o scrivanie quando dovrete e dovete prendete a nome nostro decisioni che riguardano il nostro futuro, la nostra terra, la nostra salute e la nostra vita.

Vorremmo evitare situazioni di conflitto tra cittadini ed Istituzioni per tutelare i nostri diritti, ma non vorremmo neppure che la nostra ferma, ma civica e pacifica richiesta di aiuto a tutela della salute fosse interpretata come debolezza.

sabato 30 aprile 2011

VENGA AD AUGUSTA, SIGNOR PRESIDENTE

Lettera aperta al Presidente della Repubblica italiana
nel 150 anniversario dell’unità d’ Italia
da parte di un cittadino comune che fa fatica a considerarsi italiano come gli altri.

Venga Presidente.

Egregio Sig. Presidente,

nel settembre 2005 inviavo al suo predecessore una petizione sottoscritta da 2500 cittadini maggiorenni di Augusta, identificabili con numero documento di identità riportato accanto alle loro firme rigorosamente autografe.
Con tale petizione si invitava il suo predecessore ad una visita di stato ad Augusta. Non era stato ancora programmata la visita successivamente avvenuta il 12 gennaio 2006.
A visita avvenuta la segreteria generale della Presidenza volle scusarsi adducendo la motivazione che la petizione era arrivata fuori tempo, quando il programma della visita era stato definito. Ovviamente non era facile venire in provincia di Siracusa e parlare di territorio dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità e subito dopo venire a visitare l’altra parte del territorio della stessa provincia che potrebbe essere considerato a buon diritto “pattumiera dell’umanità”.
All’epoca già erano censiti ben 18 impianti a rischio di incidente rilevante e altri 7 erano già stati programmati. Il tutto su una delle aree già dichiarate a rischio ambientale oltre che a rischio sismico e militare.
L’unico accenno che il suo predecessore volle fare nel suo discorso su tale vicenda fu quello che riporto nelle righe seguenti.
Dal Discorso di Ciampi a Siracusa il 12 gennaio 2006.
Rinnovo a tutti voi quelle esortazioni; ben sapendo che la concertazione fra tutte le istituzioni e tutte le forze sociali ed economiche impegnate in progetti di sviluppo non è cosa semplice. Occorre fare scelte difficili, e avere il coraggio di farle, soppesandone i costi e i benefici. Ma soprattutto occorre essere convinti della utilità, della necessità del "dialogo", ed avere la forza, l'umiltà, la pazienza di praticarlo.
Bisogna conciliare, nel rispetto delle vocazioni naturali del territorio, opinioni, progetti, esigenze tra loro talvolta contrastanti: come quelle fra lo sviluppo industriale e la protezione, anch'essa necessaria ed anzi prioritaria, dell'ambiente e della salute dei cittadini. A riparare i danni e il degrado derivanti da incurie del passato bisogna provvedere con alto senso di responsabilità.
Ma nessuna provincia o regione, e certo non la provincia di Siracusa, con il suo ancor valido polo petrolchimico, può ignorare l'importanza dell'industria, e le ricadute positive che le grandi imprese hanno avuto ed hanno su tutto il tessuto produttivo ed economico del territorio.
E non hanno certo importanza secondaria agricoltura e turismo. E' giusto indirizzare sempre più l'agricoltura verso produzioni di alta qualità: è quello che, del resto, già si sta facendo, come ho potuto constatare in tutte le mie visite alle province siciliane.
CARLO AZEGLIO CIAMPI
Purtroppo, lo dico con grande rammarico, la venuta di Ciampi a Siracusa fu una grande delusione, soprattutto perché 2500 cittadini non ebbero la risposta che si aspettavano, così come il territorio che attendeva una sua visita.
Grande delusione conservo ancora nel cuore, riguardo un altro suo predecessore, Cossiga, che in occasione del terremoto del 13 dicembre 1990, non si degnò di portare la solidarietà della Nazione ai terremotati siciliani. Venne il mese dopo in Sicilia per inaugurare il tribunale di Gela, ma neanche di passaggio si fermò a visitare le tendopoli dei terremotati.
Rinnoviamo, oggi quello stesso invito alla sua persona, sperando che - nell’anno del 150° - possa trovare accoglienza.
Mi permetta però, Signor Presidente di usare dei toni forti per quest’invito, ma sono costretto a farlo in difesa della mia terra e della gente di questo territorio.
Nella E-mail che le ho inviato lo scorso 23 aprile, ho parlato di un “ANNIENTAMENTO PROGRAMMATO” della popolazione di questo territorio, ma ho valide ragioni da esporre.













Venga, Signor Presidente, a vedere anche le piccole realtà e non solo quelle dei capoluoghi;
venga, Signor Presidente, in quell’area dichiarata a rischio nel lontano 30 novembre 1990 per dirci quanto di quel decreto è stato attuato e ci spieghi perché la chiusura dell’ospedale di Augusta è un fatto ineluttabile;
venga, Signor Presidente, a parlarci dell’art. 32 della costituzione, ma dopo aver incontrato i medici del territorio di Augusta;
venga, Signor Presidente, a parlare di tutela della salute in un luogo dove l’ospedale è considerato superfluo, ma dopo aver letto l’atlante delle patologie,
venga a parlare del valore e della la tutela della vita in una terra dove una donna su due abortisce,
venga a dire una parola di conforto a quelle donne che hanno dovuto sacrificare le loro creature per non vederle nascere con gravi handicap;
venga a consolare le mogli ed i figli dei tanti morti di cancro di Augusta;
venga, Signor Presidente, a parlarci di tutela dell’ambiente e del paesaggio, ma solo dopo aver visto l’area circostante il porto di Augusta;
venga Presidente a parlare di smaltimento di rifiuti, ma solo dopo aver detto che nei fondali del porto di Augusta giacciono 18 milioni di metri cubi di fanghi tossici;
venga a mangiare il pesce al mercurio del nostro mare che si continua a vendere nell’indifferenza;
venga, Signor Presidente, a spiegarci il perché mentre l’Europa dice che “chi inquina paga” qui “chi ha inquinato non deve pagare” addirittura non è perseguibile e per di più ottiene il condono.
venga a parlare di sicurezza lavoro nel luogo dove si registra un incidente ogni cinque giorni,
venga, Signor Presidente, a parlare della dignità del lavoro in un territorio dove gli incidenti vengono taciuti o minimizzati,
venga a parlare ai proprietari delle aziende del polo petrolchimico per dire loro che la vita e la salute vengono prima del profitto;
venga a parlare di lavoro ed occupazione in un luogo dove il tasso di disoccupazione è inversamente proporzionale alla ricchezza prodotta;
venga a parlare di libertà in una terra dove il ricatto occupazionale condiziona drammaticamente la vita sociale degli abitanti;
venga, Signor Presidente, a parlare di democrazia in un territorio in cui la volontà popolare evidente e plebiscitaria espressa con due referendum è stata vilipesa da istituzioni compiacenti ed asservite alle lobby economiche;
venga a parlare di sicurezza su una delle aree più sismiche del paese, ma dove una cordata di imprenditori senza scrupoli vuole realizzare per forza un rigassificatore di cui il territorio non ha alcun bisogno;
venga a vedere come ancora esistono ferite ancora aperte dal terremoto del 1990 benché siano passati due decenni,
venga a vedere una città potenzialmente ricca, ma depredata da chi vorrebbe un federalismo ladro e bugiardo;
venga a parlarci di futuro, di sviluppo, di turismo e di beni storici, artistici e culturali, ma dopo aver sostato sulle rovine di Megara Hiblaea ……….
Venga, non ci deluda, ci faccia capire che l’Italia è una!
Brucoli, 30 aprile 2011
Sac. Prisutto Palmiro

Link utili:
http://www.quirinale.it/qrnw/statico/ex-presidenti/Ciampi/dinamico/visita.asp?id=28399
http://www.quirinale.it/qrnw/statico/ex-presidenti/ciampi/dinamico/discorso.asp?id=28397
http://www.radioradicale.it/scheda/86963/87268-visita-del-presidente-della-repubblica-oscar-luigi-scalfaro-a-siracusa-presso-la-prefettura

giovedì 27 maggio 2010

lunedì 15 marzo 2010

PESCI MALFORMATI NEI SUPERMERCATI



Vengono veramente eseguiti i controlli sul pesce venduto ad Augusta?

Un signore è venuto a consegnarmi una lisca di pesce comprato in un supermercato di Augusta.

Si tratta della lisca di un'orata.

Se avesse comprato il pesce di dubbia provenienza al di fuori del mercato tradizionale .....

ma il fatto grave è che è stato comprato in un supermercato dove i controlli dovevano essere rigorosi.

mercoledì 10 marzo 2010

venerdì 27 novembre 2009

Fumata nera per il rigassificatore di Priolo[br]La conferenza dei servizi rinviata a fine anno

Fumata nera per il rigassificatore di Priolo[br]La conferenza dei servizi rinviata a fine anno

NO AL RIGASSIFICATORE

COMUNICATO STAMPA
OGGI 26 NOVEMBRE 2006 IL COMITATO MELILLESE NO RIGASSIFICATORE HA RISCOSSO LA MERITATA E DECISIVA VITTORIA SULL'ARROGANTE IONIO GAS.
SPOSANDO IN PIENO LE RAGIONI DEL COMITATO, L'ASSESSORATO REGIONALE TERRITORIO E AMBIENTE HA DEPOSITATO IN CONFERENZA DEI SERVIZI IL PROPRIO PARERE NEGATIVO PER LA REALIZZAZIONE DELL'IMPIANTO.
INDIETRO NON SI TORNA.
UNICA CONDIZIONE PER IL SI', A QUANTO DICHIARATO VERBALMENTE DAL DIRIGENTE GENERALE DELL'ASSESSORATO, AVV. ROSSANA INTERLANDI, POTREBBE ESSERE LA SCOMPARSA DI TUTTI GLI IMPIANTI A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE INSISTENTI NEL PETROLCHIMICO.
IL DADO E' TRATTO.
QUATTRO ANNI DI GRAVOSO SACRIFICIO DI POCHI CORAGGIOSI PADRI DI FAMIGLIA, OGGI, AD ONTA DEI BOICOTTAGGI DI POLITICANTI PRIVI DI AUTENTICA FEDE, SONO CORONATI DA MERITATO SUCCESSO.
CHE LA VITTORIA DI OGGI SIA, PER GLI SFIDUCIATI, LA PROVA INEQUIVOCABILE CHE INSIEME SI PUO'.
QUALUNQUE ARROGANZA, QUALUNQUE PREPOTENZA, QUALUNQUE TENTATIVO DI PREVARICAZIONE VA IN FUMO ALLA FIAMMA DELL'ONESTA', DELLA LEALTA', DELLA FEDE E DELLA RAGIONE.
MELILLI, PRIOLO, AUGUSTA E ALMENO META' DELLA SICILIA ORIENTALE SONO OGGI LIBERATE DA UN INCUBO.
SECONDO L’ART. 1 DELLA NOSTRA COSTITUZIONE, LA SOVRANITA' APPARTIENE AL POPOLO. 2.846 MELILLESI E 5.729 PRIOLESI, GUIDATI DAI RISPETTIVI COMITATI , LO HANNO DIMOSTRATO. IL LORO NO E' STATO RISPETTATO.
ABBIAMO VINTO: I NOSTRI FIGLI SONO SALVI.

COMITATO MELILLESE "NO RIGASSIFICATORE"

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OCCORRE VIGILARE ANCORA PERCHE' DI FRONTE AL PROFITTO QUESTA GENTE NON SI ARRENDE E TUTTI CONOSCIAMO PURTROPPO IL POTERE CORRUTTORE DEL DENARO